Noi siamo con voi però gli ordini sono questi

Verità & Riconciliazione
2 min readSep 25, 2022

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Oggi il Resistendum è stata l’occasione buona per sentire ancora queste parole, da parte di persone come noi, persone per bene, che però servono uno stato abusivo e illegittimo sotto ogni profilo.

È questo quello che si diceva anche tenendo fuori dagli ospedali o dai posti di lavoro chi — pur contagiando come gli altri — era nemico del potere perché testimoniava con la sua sola presenza un concetto assoluto di libertà. È questo che veniva detto a donne bambini e anziani aggrediti con idranti e fumogeni a Trieste mentre esercitavano il diritto di manifestare il proprio pensiero e il proprio dissenso verso uno stato irregolare, abusivo e illegittimo, e giacevano inermi sulla terra bagnata con in mano solo una preghiera. Lo stesso dovranno dire i nostri figli quando dovranno impugnare un fucile e spegnere la vita di un loro fratello. Uno con gli occhi vivi come i loro, uno con un figlio piccolo a casa, uno che la sera ama ridere con la sua donna davanti ad una birra. Uno che il giorno prima ha riso insieme a lui e ha maledetto nel sonno questo stato criminale. Lo stesso dicevano coloro che torturavano ebrei, omosessuali, zingari, dissidenti politici nel Novecento. Lo stesso diremo noi, impiegati pubblici o esercenti privati quando l’identità digitale di un nostro fratello restituirà il colore rosso e dovremo lasciarlo morire di fame.

Mi dispiace. Non contate su di me.
Lo dissi allora e lo ripeto ancora. Io prendo ordini solo dalla mia coscienza.

Urge un’azione collettiva forte che coordini tutti i movimenti e i singoli consapevoli di quanto accade e che allo stesso tempo si rivolga con decisione e trasparenza a chi quella consapevolezza ancora non ce l’ha. Occorre fermare il Paese fino a che questo delirio non finirà.

Chi di noi vorrebbe la guerra?
Chi di noi vorrebbe la miseria?
Chi di noi vorrebbe una medicina assoggettata a loschi poteri?
Chi di noi vorrebbe vivere in un paese venduto e privato di ogni forma di sovranità?

Nessuno.

Dobbiamo allora fare le domande giuste, accettare e ricercare il confronto, andare per strada, mandare lettere, risvegliare le coscienze, indicare una strada.

Facciamolo prima che sia troppo tardi. Lo dobbiamo ai nostri bambini.

Rosanna Pierleoni

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Ente politico, etico e civile per la tutela dei diritti umani.